Le origini della presenza
dei Missionari Monfortani in Italia

La presenza dei Padri Monfortani nella diocesi di Bergamo risale al 1919, anno di fondazione della scuola apostolica «Villa Santa Maria», a Redona di Bergamo, decisa dal primo capitolo generale monfortano del dopoguerra, celebrato a Saint-Laurent-sur Sèvre, in Francia, nel maggio dello stesso anno. L'incarico di realizzare il progetto fu affidato a P. Uberto Maria Gebhard, monfortano olandese, all'epoca procuratore generale della Congregazione. Venuto a Bergamo per un sopralluogo, su segnalazione delle suore Figlie della Sapienza, trovò favorevole accoglienza da parte del vescovo, mons. Luigi Maria Marelli. Più tardi, ricordando la visita fattagli dal procuratore, il vescovo ebbe a dire che accordò ben volentieri ai Monfortani l'autorizzazione ad entrare in diocesi, a motivo della loro particolare devozione alla Madonna.
La casa che ospitò il primo gruppo di padri e seminaristi non era molto ampia. Era stata abitata in precedenza da una comunità di religiose francesi, Suore Orsoline, emigrate in Italia a motivo di leggi persecutorie, in vigore nel loro paese. P. Gebhard l'aveva affittata per nove anni, ma ancor prima della scadenza del contratto maturò l'idea di una sua ristrutturazione. Il contratto d'acquisto della proprietà fu firmato nel 1923. Subito dopo, dalle pagine della rivista «Regina dei cuori», di cui fu l'infaticabile direttore, lanciò un appello per realizzare un triplice progetto: l'ampliamento del seminario, l'aggiunta di una casa per le suore Figlie della Sapienza, la costruzione di un nuovo santuario. La posa della prima pietra del nuovo santuario avvenne il 12 settembre 1924, festa del ss. Nome di Maria. La cerimonia fu presieduta da mons. Floridi, vicario generale della diocesi, incaricato dal vescovo. L'ideazione e la realizzazione del progetto vennero affidate ad un «bravo ingegnere di Bergamo», Luigi Angelini.
La linea architettonica, felicemente armonica nella sua semplicità è il risultato d'uno studio attento delle opere del passato e di una diligente ricerca ed esumazione di motivi arcaici, interpretati in modo nuovo, sagace e signorile. La sua opera s'impose subito all'attenzione dei critici d'arte cristiana del tempo come «esempio nobilissimo dell'unità organica con cui l'arte, mediante tutte le sue manifestazioni (architettura, scultura, pittura) può rendersi interprete fedele ed efficace della liturgia» (A. Pinetti). Per la costruzione furono scelti i signori Pagnuti e Canevali, ambedue di Redona, «meritatamente fieri di essere scelti quali redonesi ad innalzare nel loro paese un così bel tempio alla Madonna». Anche per gli affreschi fu scelto un giovane artista locale, Pasquale Arzuffi, mentre la parte de­corativa fu affidata ai decoratori Taragni e Zanetti. Monsignor Angelo Roncalli consacra il santuario.
La consacrazione del nuovo santuario avvenne il 30 ottobre 1926, ultimo sabato del mese del rosario, vigilia della prima festa liturgica in onore di Cristo Re. A presiedere il rito solenne, su mandato del vescovo di Bergamo, impedito per ragioni di salute, fu mons. Angelo Roncalli, all'epoca visitatore apostolico in Bulgaria. L'allora arcivescovo di Aeropoli ricorderà a lungo questa consacrazione.